La commedia ispirata a una delle opere più famose di Carlo Goldoni, (Il bugiardo) offre una satira della vanità, della falsità e nello stesso tempo della presunzione di una società, troppo spesso nascosta dietro le apparenze. In qualunque epoca e luogo la si rappresenti, la trama ruota intorno al personaggio principale (interpretato da Enrico Guarneri), figura emblematica dell’inganno, con il vizio di mentire in modo quasi compulsivo. Ma si sa, dalle menzogne, tra l’altro sempre più evidenti, prima o poi ci si dovrà difendere. E cosi il nostro abile bugiardo, che si vanta di avere compiuto gesta eroiche o di essere chi in realtà non è, grazie alle astuzie e alle intuizioni di chi gli sta intorno, verrà smascherato e costretto a confessare le sue bugie; si assisterà dunque ad una sorta di riconciliazione tra i personaggi e ad una “lezione” morale sulla sincerità. Una commedia brillante e ironica che mette in scena da un lato la capacità dell’uomo di mentire, e dall’altro la difficoltà di scoprire la verità. Dove la bugia diventa, sì il motore delle azioni, ma anche strumento di una sottile denuncia sociale che mette in luce l’importanza della verità e dell’onestà. In una società moderna, dove le informazioni possono essere facilmente manipolate o distorte, la verità diventa una “bizzarra” alternativa alla realtà, e il teatro una “necessaria” alternativa alla verità, perché “come la vita… finisce sempre e non finisce mai”.